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Parco Eolico

Matera

Parco Eolico

Matera

Dove si trova

Un intreccio di contaminazioni, tra arte, paesaggi, monumenti e tradizioni. Prima di giungere in quel posto unico al mondo chiamato Matera, percorrendo la via Bradanica, la strada statale che si snoda tra la Puglia e la Basilicata, si attraversano una serie di Comuni lucani definiti “città d’arte”, borghi incantevoli che meritano almeno una fugace deviazione.
Paesi come Irsina, dove la sosta è consigliata anche solo per ammirare la Cattedrale di Santa Maria Assunta di Irsina, al cui interno, tra i numerosi tesori, brilla la statua di Sant’Eufemia, la famosa scultura attribuita al grande artista rinascimentale Andrea Mantegna. O come Tricarico, paese natio del poeta Rocco Scotellaro, studioso del mondo contadino e figura-simbolo del rinnovamento politico e culturale del meridione.

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Poco più avanti, in prossimità delle due torri del parco eolico, una strada sulla destra sale inerpicandosi tra i boschi fino a raggiungere quota quattrocentocinquanta metri. Siamo tra la valle del fiume Bradano e l’altopiano delle Murge e qui sorge il Santuario di Santa Maria di Picciano. E’ uno storico luogo di culto benedettino le cui prime tracce si fanno risalire al XIII secolo e che per lungo tempo è stato un punto di riferimento per tutti i pellegrini che arrivavano in processione attratti dalla fama dei miracoli attribuiti alla Madonna. Che, vuole la leggenda, apparve sui rami di una quercia ad alcuni pastori abruzzesi che percorrevano quei luoghi durante la transumanza.

Borgo La Martella

Proseguendo la strada verso Matera è quasi doveroso fare tappa al Borgo La Martella. Ad un primo sguardo il borgo potrebbe sembrarvi una delle tante frazioni che circondano il capoluogo lucano, ma agli inizi degli Cinquanta la costruzione di questo villaggio agricolo, completo di abitazioni e di servizi, che doveva ricostruire, senza snaturarne il paesaggio e l’ambiente, l’habitat tipico dei Sassi, diventato insalubre, rappresentò un progetto architettonico all’avanguardia, che teneva assieme il Consiglio nazionale delle Ricerche, l’utopia di Adriano Olivetti (c’è ancora la biblioteca a lui dedicata) e celebri architetti come Ludovico Quaroni, responsabile del progetto architettonico. Nel 1952 venne infatti stabilito, con la legge speciale 619, che le condizioni di vita nei sassi, dove l’incidenza della malaria era più alta che altrove, non erano più sostenibili per un Paese che si avviava, seppur lentamente, verso la ricostruzione economica. Fu cosi deciso di trasferire gran parte della popolazione locale in nuovi quartieri popolari e borghi rurali moderni. Al borgo La Martella, che fu costruito utilizzando il tufo e i ceci di argilla cotta, materiali autoctoni che richiamavano i colori e le tradizioni costruttive dell’habitat originale, andarono ad abitare circa mille delle sedicimila persone che vivevano nei sassi, tutti contadini che prima di trasferirsi impiegavano quotidianamente tre ore a dorso di mulo per raggiungere le terre da lavorare.

Una curiosità. A La martella c’è anche un teatro, collocato nella piazza centrale e immaginato sin dall’inizio come un luogo di aggregazione sociale e culturale. E’ stato disegnato senza poltrone, perché il progetto prevedeva che ognuno avrebbe dovuto portarsi le sedie da casa in modo da preservare quell’idea di comunità e di vicinato tipica della struttura urbanistica della città vecchia a cui gli abitanti erano abituati.

A proposito di Matera. La città dei Sassi, Patrimonio Unesco dal 1993, vale naturalmente un viaggio, dovunque voi siate, tanta è la bellezza del nucleo originario, sviluppatosi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia e successivamente modellate in strutture sempre più complesse all’interno di due grandi anfiteatri naturali che sono il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano. Di sera, poi, tutta illuminata, è spettacolare. Ma anche affollata di ansiosi turisti, per lo più mordi e fuggi. Un ottima soluzione per conoscere qualcosa di interessante sulla storia della città ed evitare di perdersi nei meandri dei percorsi turistici standardizzati è quello di prendere parte al tour di “Vicinato al Pozzo”, nel Rione Malve, un luogo simbolo dell’identità culturale di Matera – per secoli il “vicinato” è stato il posto della condivisione e della socializzazione, una sorta di piccola corte urbana – e primo tassello del Parco della Civiltà Contadina, che rientra nel più ampio progetto di quel Parco della Storia dell’Uomo con il quale Matera ha l’ambizione di voler raccontare gli ottomila anni di storia della presenza umana sul suo territorio. Il percorso, multimediale, prevede, all’interno di antiche abitazioni recentemente ricostruite, la visione di una serie di video che raccontano, attraverso filmati d’archivio, testimonianze e voci originali, la realtà e il vissuto dei Sassi negli anni Cinquanta.

Il Parco della Murgia Materana

Per quanto possa esser breve il vostro soggiorno in città non dovreste comunque andar via da Matera senza prima esservi almeno affacciati a quella meraviglia che è il Parco della Murgia Materana, un parco archeologico di circa ottomila ettari morfologicamente caratterizzato da due specifiche tipologie di roccia, il calcare e la calcarenite, che nel corso della storia hanno disegnano rupi, grotte, valloni e gravine in cui l’uomo si è insediato fin dalla preistoria. Un luogo famoso in tutto il mondo anche per la presenza di oltre un centinaio di chiese rupestri, insediamenti scavati nella roccia e molto differenti tra loro per architettura e iconografia. A volte persino di difficile individuazione, perché nascoste dalla vegetazione e scavate lungo gli argini scoscesi delle gravine.

Il suggerimento è di raggiungere il Parco della Murgia Materana a piedi partendo dalla Città dei Sassi – se possibile andateci al mattina presto, per evitare l’affollamento e preservare un luogo magico – percorrendo il ponte sospeso di recente costruzione che oltrepassa il torrente Gravina, un bellissimo canyon lungo diversi chilometri, e seguendo il facile sentiero 406 (sono necessarie le scarpe da trekking per evitare spiacevoli inconvenienti) che in meno di un’ora consente di raggiungere l’area di Murgia Timone, dove si può ammirare una vista magnifica e visitare alcune delle chiese rupestri.

Escursioni all’interno della Murgia

Le escursioni potenziali all’interno della Murgia sono infinite. Dai semplici itinerari  botanici accessibili a tutti, va ricordato che il Parco è una riserva naturale e annovera oltre un migliaio di specie di piante diverse, ai percorsi più impegnativi adatti agli escursionisti più esperti e rodati. Come l’antico sentiero 001, che in ventisette chilometri partendo da Matera giunge fino al paese di Montescaglioso seguendo la strada che un tempo le popolazioni percorrevano per giungere fino al mare camminando a mezza costa sulla sponda destra della gravina.

Se siete dubbiosi sul da farsi la soluzione migliore è quella di recarvi presso la Masseria Radogna, tipica costruzione rurale residenziale di metà Ottocento posta in cima al Parco, dove prima della temporanea chiusura aveva sede il Cea, il Centro educazione Ambientale, ma dove si possono ancora ottenere cartine, informazioni di vario tipo o prendere parte a visite guidate. L’area intorno alla Masseria ospita anche un agricamping per camper-caravan, molto amato dai turisti del nord Europa. Considerata la sua posizione privilegiata, è forse il più bel campeggio per roulotte di tutta la penisola.