Project Description
Parco Eolico
Rivoli Veronese
Parco Eolico
Rivoli Veronese
Dove si trova
Vigneti e ciclabili, giardini fioriti e clima mediterraneo. Laghi da una parte e montagne dall’altra. Incastonata in un affascinante anfiteatro morenico, l’origine di questo territorio è legato alle grandi glaciazioni che hanno interessato l’arco alpino, Rivoli Veronese si trova in un luogo molto particolare, allo sbocco della val d’Adige, da sempre porta d’accesso alla pianura padana e al bacino del mediterraneo.
É la posizione geografica ad aver scandito i ritmi della storia in questo piccolo borgo di poco più di duemila anime a venticinque chilometri da Verona. Dove il vento la fa da padrone. Quello notturno, che acquista maggior forza nelle prime ore della mattina grazie all’aumento della temperatura, si chiama Pelèr e trova nella val d’Adige un naturale percorso di canalizzazione. Nelle prime ore del mattino delle giornate di alta pressione soffia normalmente alla velocità di 10-14 m/s; è il medesimo vento che, oltre a dare vita al parco eolico, ha reso famoso il Lago di Garda a moltissimi velisti e serfisti.
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Chissà se Napoleone Bonaparte ne era a conoscenza nel gennaio del 1797 quando, nel corso della I Campagna d’Italia, sferrò a Rivoli Veronese un decisivo attacco all’esercito austriaco, favorendo di fatto la conquista francese dell’Italia settentrionale. Una battaglia talmente importante da essere ricordata a Parigi con la Rue de Rivoli, centralissima via nella Rive droite a due passi dal palazzo del Louvre. E nella cittadina veneta con un museo dedicato al “piccolo caporale”.
Affacciata sulla val d’Adige, a due passi dal Lago di Garda, circondato dalle montagne, i monti Lessini da un lato, il monte Baldo dall’altro, la zona che circonda Rivoli rappresenta una sorta di paradiso per escursionisti e sportivi, oltre che un tradizionale luogo di villeggiatura per turisti, molti dei quali stranieri. Gli amanti del windsurf avranno a disposizione il lago di Garda per le loro acrobazie, a patto di ricordarsi una semplice ma fondamentale regola: al mattino c’è il vento da nord, il pomeriggio da sud.
Un paradiso per escursionisti e sportivi
Mentre gli appassionati di trekking e nordic walking potranno sbizzarrirsi lungo i sentieri che solcano le creste del Monte Baldo (dal tedesco Wald, bosco), un luogo magico noto già nel 1500 come “Hortus Italiae”, il Giardino d’Italia, per via della sua ricca biodiversità; si contano più di 20 habitat di interesse comunitario e quasi 2000 specie floristiche che danno luogo a meravigliose ed imponenti fioriture. Per i più sedentari è possibile salire fino ai 1760 metri con una moderna funivia e perdersi camminando tra gli spettacolari panorami dell’Alto Garda.
Da queste parti però la regina incontrastata resta la bicicletta, grazie a una serie di percorsi ben segnalati, in larga parte protetti e adatti a tutti. A Rivoli d’altronde passa la Ciclovia del sole – Sun route l’hanno ribattezzata gli stranieri – la più famosa ciclovia nazionale, parte integrante di EuroVelo 7, l’itinerario cicloturistico europeo che collega Capo Nord a Malta. Doveroso dunque salire in sella e percorrere i poco più di venti chilometri che collegano Rivoli direttamente alla città di Verona, seguendo una piacevole pista ciclopedonale che corre fiancheggiando il canale Biffis, tra vecchi forti che rievocano il dominio austriaco e chiuse storiche che, seppur in minima parte, ricordano quelle opere di straordinaria ingegneria idraulica che si possono osservare in Francia lungo il Canal du midi. Ma sono molti i percorsi a due ruote interessanti.
Da Rivoli ad esempio si può scegliere di pedalare in tranquillità fino a Bardolino, sul lago di Garda – famoso per il vino Chiaretto – e da li proseguire sul lungolago pedonale fino a raggiungere Peschiera del Garda. I più volenterosi potranno proseguire anche oltre, collegandosi con la ciclabile del Mincio, destinazione Mantova, percorrendo una delle autostrade verdi più lunghe d’Italia.
Di ritorno a Rivoli vale davvero la pena salire sul Monte Mesa e curiosare intorno al parco eolico – un percorso ciclabile collega le piazzole con l’esistente pista ciclabile della Val d’Adige – dove la volontà di produrre energia pulita e rinnovabile utilizzando una fonte inesauribile come il vento si è saldata egregiamente con la necessità di salvaguardare un patrimonio naturalistico di prim’ordine e di tutelare la biodiversità. Il Monte Mesa è infatti è un Sito di Interesse Comunitario che ha la particolarità di ospitare prati aridi ricchi di Orchidee selvatiche.
Sentiero Didattico del Monte Mesa
“Siamo in un luogo dal punto di vista naturalistico straordinario, dove poter osservare specie floristiche rarissime ed alcuni endemismi”, spiega Raffaello Boni, presidente del circolo Legambiente Baldo- Garda “Il Tasso”, che, grazie alla stipula di una convenzione, si occupa della salvaguardia e valorizzazione del luogo. Non solo.
D’intesa con Agsm è stato realizzato un sentiero didattico corredato da cartelli informativi e aree di sosta attrezzate, che si snoda lungo il crinale del Monte Mesa e definito un programma di visite guidate per le scuole. In questo “territorio-laboratorio”, come lo aveva ribattezzato il geografo Eugenio Turri, gli studenti hanno la possibilità affrontare temi di grande interesse geologico, storico e naturalistico.
Vigneti e raffinate cantine
Non di solo sport e energia pulita si vive. E in questa zona le tentazioni non mancano di certo. Una, quasi obbligatoria, conduce in Valpolicella, zona collinare a denominazione di origine controllata (DOC-DOCG) rinomata per la sua viticoltura sin dai tempi degli antichi romani. Quasi doveroso dunque spendere una giornata gironzolando tra vigneti e raffinate cantine, assaggiando l’Amarone, il prodotto più prestigioso, un vino corposo ma elegante affinato in botti di legno per almeno due anni, o provando un bicchiere di Recioto, uno dei migliori passiti italiani. Da non perdere, in zona, ci sono anche alcune bellissime ville cinquecentesche sparse lungo le colline.
Ville e Borghi da visitare
Una di quelle da non mancare è Villa della Torre, di proprietà della cantina Allegrini, nel piccolo centro di Fumane, un gioiello di architettura rinascimentale costruita seguendo l’ispirazione delle dimore di campagna dell’antica Roma. Alcuni storici ne attribuiscono la paternità a Giulio Romano, l’architetto dei Gonzaga. Da vedere, oltre al cortile con il peristilio e il bellissimo salone degli specchi ci sono i mascheroni, allegoriche e stravaganti decorazioni di quattro enormi camini realizzati da Giovan Battista Scultori, grande amico di Giulio Romano.
Altra sosta degna di nota è Villa Serego Alighieri, dove c’è la più antica cantina della Valpolicella ancora in uso. Vi si produce vino almeno dal 1353, quando Pietro Alighieri, il figlio di un certo Dante (proprio lui), acquistò una serie di terreni a Gargagnago di Valpolicella. La Villa non è aperta al pubblico ma si può visitare il vigneto storico ed effettuare una degustazione.
Sempre in zona, merita un passaggio il minuscolo borgo di San Giorgio di Valpolicella, inserito nella lista dei borghi più belli d’Italia e sorto attorno alla Pieve, uno dei più importanti monumenti di età romanica del veronese. Posto su un piccolo promontorio, nelle giornate più limpide la vista spazia fino all’Appennino tosco-emiliano. Scendendo a valle è vivamente consigliata una sosta rigenerante al Groto de Corgnan, il miglior ristorante della zona, da qualche anno gestito dalla neozelandese Judy Harman, rimasta folgorata dai profumi e dai sapori locali. Non andate via senza aver provato il classico risotto all’amarone o una qualsiasi altra pietanza a patto che sia accompagnata dai tartufi neri dei monti lessini.