Project Description
Parchi Eolici
Valbormida e Naso di Gatto
Parchi Eolici
Valbormida e Naso di Gatto
Dove si trova
Splendidi borghi medievali, antiche cascine e vastissimi boschi che sembrano presidiare il territorio con sguardo severo. Risalendo la Val Bormida dal mare si trova conferma a un certo immaginario che tradizionalmente si associa a quest’area alpino-appenninica. Ma non solo.
Proseguendo in direzione di Cairo Montenotte si rimane colpiti dalla fotografia di ciò che rimane di una certa archeologia industriale novecentesca che ha caratterizzato questa valle, plasticamente rappresentata dai cosiddetti vagonetti, le spettacolari funivie del carbone – oggi ferme sul cielo sopra Savona – che dal porto trasportavano il combustile, o il cotone, a San Giuseppe di Cairo, scavalcando ben 17 chilometri di boschi (al tempo era la funivia più lunga d’Europa) e che oramai sono parte integrante del paesaggio circostante.
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Ferrania Film Museum
Per comprendere meglio la storia industriale di questi luoghi bisogna fare tappa nel principale centro della Val Bormida, Cairo Montenotte, con il suo bel centro storico elegante, le case colorate e i resti di mura trecentesche, dove da qualche anno ha trovato posto, all’interno di Palazzo Scarampi, l’elegante sede del Ferrania Film Museum, memoria storica di quella che è stata una prestigiosa azienda del Paese, la Ferrania, leader nella produzione di materiale fotosensibile per la fotografia, le arti grafiche e la radiografia e naturalmente il Cinema.
I materiali e i reperti in mostra evidenziano il sodalizio con Cinecittà, il marchio della Ferrania ha accompagnato tutta la stagione del neorealismo, e ci ricordano anche che il primo film italiano a colori, “Totò a colori”, di Steno, fu girato in Ferraniacolor. Una pellicola a bassa sensibilità, richiedeva di illuminare la scena quattro volte di più rispetto al bianco e nero, che per una breve stagione divenne una sorta di palestra per molti direttori della fotografia esordienti, da Giuseppe Rotunno a Vittorio Storaro.
“La Ferrania è stata l’orgoglio della valle. Nei primi anni Sessanta dava lavoro a circa 4mila persone, più 2500 di indotto”, racconta con un pizzico di nostalgia Alessandro Bechis, ex dipendente dello stabilimento e presidente dell’Associazione Ferrania Film Museum.
Per un paio di generazioni l’azienda ha rappresentato molto più di un tradizionale luogo di lavoro, incarnando i tratti tipici della città/fabbrica inclusiva, in grado di fornire agli operai abitazioni, mensa, dopolavoro, luoghi per attività ludiche, cinema e biblioteca. La consapevolezza di questa grandeur era simbolicamente raffigurata dall’insegna al neon rosso Ferrania (in seguito Ferrania 3M). Montata nel 1962, era lunga 36 metri, la lettera F era alta sette, e si dice che si potesse ammirare anche dall’autostrada.
Acquisita nel 1964 dalla multinazionale americana 3M, la Ferrania aveva nel suo patrimonio immobiliare anche la Riserva Naturalistica dell’Adelasia – una sorta di contributo compensatorio al territorio in un’area di grande attività industriale – una bellissima area privata protetta situata in Val Bormida nel territorio di Cairo Montenotte, acquistata nei primi anni duemila dalla provincia di Savona. Polmone verde del Ponente ligure, popolata di animali selvatici e alberi monumentali, rappresenta una sorta di paradiso per la biodiversità. E dunque un luogo ideale per un’escursione o una gita fuori porta per scoprire una Liguria quasi dimenticata.
Bellezze naturalistiche della vallata
All’interno della Riserva del Parco dell’Adelasia, entrato a far parte dei “Siti di Interesse Comunitario”, si trova il rifugio Cascina Miera. Un tempo era un centro di educazione ambientale che la Ferrania negli anni Novanta ristrutturò per organizzare serate con i dipendenti a contatto con la natura. Oggi è una tappa dell’Alta Via dei Monti Liguri, l’itinerario escursionistico di lunga percorrenza (circa 430 km) che collega le estremità della riviera ligure da Ventimiglia alla Provincia di La Spezia, oltre che uno snodo centrale per tutti sentieri che si snodano nel parco.
Un’ottima soluzione per andare alla scoperta delle bellezze naturalistiche di questa vallata è quella di affidarsi all’esperienza dell’associazione Cinghialtracks, un gruppo di amici valbormidesi con la passione per la bicicletta e per l’ambiente che si occupano in maniera volontaria della manutenzione della sentieristica e che organizzano escursioni di vario livello, anche con le E-bike, considerato che da queste parti i crinali appenninici non sono particolarmente clementi. Il tour classico del parco parte dal parcheggio che da accesso alla riserva e in breve raggiunge il rifugio Miera. Da il sentiero prosegue oltre il punto panoramico della Rocca dell’Adelasia, attraversa le trincee napoleoniche, i cascinali della valle dei canotti, la grotta dell’Olmo e infine giunge in prossimità della zona dove spiccano i famosi faggi monumentali, il più alto dei quali supera i quaranta metri. Al termine del giro si può anche visitare il borgo antico dell’Abbazia di Ferrania, un’antica commenda medievale risalente all’XI secolo successivamente diventata corte dei Marchesi Scarampi e De Mari.
Dal Parco dell’Adelasia inoltre si possono raggiungere con le biciclette i due parchi eolici della zona, quello della Valbormida, inserito in un bel bosco ceduo di faggi, e quello di Naso di Gatto, che si estende su tre comuni confinanti (Savona, Cairo Montenotte e Albisola Superiore) nei pressi del Monte San Giorgio, da dove ci si può ricollegare all’Alta Via dei Monti Liguri o iniziare un nuovo tour alla scoperta degli itinerari napoleonici.
Curiosità
Non vi stupite se durante una di queste escursioni nella riserva naturale sentirete più di qualcuno accennare alla leggenda di Aleramo e Adelasia, figlia di Ottone I di Sassonia, che fuggirono dalle ire dell’imperatore del Sacro Romano Impero e approdarono dopo un lungo peregrinare in una piccola baia della costa ligure a cui diedero, in onore della principessa, il nome di Alaxia, la moderna Alassio.
La storia fa parte del folklore locale. La leggenda fu ripresa anche da Giosuè Carducci in articolo del 1893 pubblicato su Nuova Antologia.
Luoghi da visitare
I più sportivi e allenati potranno anche avventurarsi in un impegnativo tour Aleramico in MTB di almeno un paio di giorni che partendo dal Monferrato scende giù fino alla riviera Ligure di Ponente pedalando spesso in ambienti selvaggi e lontani dalla civiltà. Il bellissimo bikepacking trip ha inizio ad Acqui Terme, città termale già nota ai tempi dei romani, attraversa lo spartiacque tra la Valle Erro e la Valle Bormida, entra nella faggeta della Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia, risale l’Alta Via dei Monti Liguri e infine immersi nella macchia mediterranea conduce a Finale Ligure. Per un bel bagno e un pò di meritato riposo.
Rimanendo in zona un altro luogo che vale la pena visitare è senza dubbio il borgo di Altare, piccolo gioiello medievale situato a ridosso del Colle di Cadibona dove, in uno splendido edificio liberty che porta il nome di Villa Rosa, costruito nei primi anni del Novecento secondo i dettami dell’Art Nouveau, trova spazio il Museo dell’alta Vetraria altarese. In questo piccolo centro dell’entroterra ligure la lavorazione del vetro – vetri d’uso, da farmacia e di oggetti artistici – ha una storia millenaria introdotta, vuole la tradizione orale, da una comunità benedettina che avrebbe richiamato dal nord della Francia alcuni esperti artigiani. Sin dal Medioevo la lavorazione “à la façon d’Altare” non solo ha caratterizzato la vita economica e sociale del paese ma grazie al flusso migratorio dei vetrai altaresi si è diffusa in tutta Europa, dando fama e prestigio al paese. E ancora oggi il comparto del vetro costituisce una delle più importanti risorse produttive dell’intera Val Bormida.
Terminata la vista al museo, sarebbe davvero un peccato farsi sfuggire l’occasione di cenare da Quintilio, fenomenale locanda a due passi da Villa Rosa dove i due proprietari, Lorena e Luca, tengono alti i sapori della tradizione ligure-piemontese, con l’aggiunta di un po’ di vulcanica eccentricità. Anche la cantina merita almeno una sosta.