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Parco Eolico

Selinus

Parco Eolico

Selinus

Dove si trova

Immerso tra gli ulivi del Comune di Partanna, l’impianto eolico Selinus è entrato in funzione nel 2022 ed è formato da sei turbine da 4,2 MW di potenza ciascuna per un totale di 25,2 MW. Siamo nella Valle del Belice che si estende dalla foce dell’omonimo fiume fino all’entroterra siciliano attraversando splendide colline che guardano dall’alto vasti uliveti e scendono dolcemente verso il mare. Una terra balzata agli onori della cronaca per il disastroso terremoto del 1968 ma che merita di essere conosciuta soprattutto per la sua bellezza paesaggistica, storico-culturale e il suo patrimonio agricolo ed enogastronomico.

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Tra natura e storia

Selinus, il nome scelto per l’ultimo parco eolico entrato in funzione nel territorio, non è casuale ma un omaggio, forse, quasi dovuto ad uno dei siti archeologici più importanti d’Italia. Stiamo parlando dell’antica colonia greca di Selinunte la cui vicenda storica ed umana si sviluppò tra il VII e il III secolo a. C. L’acropoli e i numerosi templi dell’antica città greca, che si trova non lontano dalla foce del Belice tra le frazioni di Marinella e Triscina nel Comune di Castelvetrano, si stagliano sul mare offrendo ai visitatori panorami unici. Agli appassionati di storia e archeologia serviranno ore per visitare gli oltre 270 ettari di Selinunte che oltre all’acropoli e ai templi, raccoglie l’antica agorà, due santuari maggiori, le vecchie fornaci e le necropoli. Insomma, un vero e proprio viaggio nell’antica Grecia che però non si ferma a Selinunte ma prosegue nel centro storico di Castelvetrano dove si trova il Museo civico selinuntino che raccoglie molti dei reperti rinvenuti durante gli scavi. Tra questi il più noto è l’Efebo di Selinunte, in dialetto conosciuto anche come Lu Pupu, una statuetta bronzea risalente al V secolo a.C. e ritrovata nel 1882 in una delle necropoli di Selinunte.

Restando in zona, vale la pena di visitare la “Riserva naturale della foce del Belice” che oltre a proteggere ambienti unici come le zone palustri e le grandi dune costiere, ospita una notevole biodiversità. Qui, infatti, stazionano numerosi uccelli migratori come l’Airone Cinerino e spesso nidifica una delle specie di tartaruga marina più vulnerabile come la Caretta Caretta.

Proseguendo nel nostro itinerario lungo la valle del Belice, si arriva nel Comune di Partanna. Di origine altomedievale, il borgo ha subito gravi danni durante il terremoto del 1968 ma ha conservato uno dei castelli storici della Sicilia: il Castello Grifeo. Attuale sede del Museo Civico della Preistoria del basso Belice, il forte di origine medievale è stato sede storica della famiglia baronale dei Grafeo le cui vicende si legano nei secoli alla storia della città, a partire dalla riconquista normanna contro i saraceni. All’interno del castello è possibile visitare l’ampia sala del trono, dove si trova un grande affresco che narra la storia dei Grafeo, le cantine sotterranee e l’antico maniero che oggi è adibito a sala conferenza e spazio espositivo. Molti reperti preistorici esposti nel museo del castello, risalenti al neolitico e all’età del bronzo, sono stati rinvenuti nella vicina area archeologica di Contrada dello Stretto, non lontana dal centro di Partanna e accessibile al pubblico. Qui, in particolare, fu rinvenuto il cosiddetto “cranio trapanato”, un cranio umano risalente all’Età del bronzo con un foro praticato a scopo medico-chirurgico.

Altre escursioni

Ma Partanna non offre solo arte ed archeologia. Se siete amanti delle escursioni a cavallo la scuola di equitazione Arabian’s Ranch può fare al caso vostro.

Tornando verso il mare, altra tappa degna di nota è Campobello di Mazara dove è possibile visitare le Cave di Cusa, un complesso archeologico da cui furono estratti i materiali calcarei utilizzati nella costruzione degli edifici di Selinunte. Qui è possibile avere un’idea di come si estraeva e lavorava la pietra in età greca anche grazie ad alcune colonne incompiute e abbandonate nella cava stessa.

Energia pulita e buon cibo

Prima di lasciare la Valle del Belice, il suggerimento, è quello di provare su tutti, almeno qualche prodotto tipico del luogo. Questo territorio, infatti, racchiude anche una estrema ricchezza gastronomica legata alle sue produzioni agricole e alle tradizionali tecniche di lavorazione tramandate nei secoli. Prima fra tutte l’Oliva Nocellara del Belice DOP che occupa circa il 95% degli uliveti della Valle e che si presta, per le qualità organolettiche, sia alla produzione di olio di oliva sia alla realizzazione di olive da tavola. Questa oliva, inoltre è alla base della produzione dell’Olio Valle del Belice altro prodotto ad avere avuto il riconoscimento DOP. E non è finita qui. Da segnalare anche la Vastedda DOP e la Cipolla Partannisa. Il primo, le cui testimonianze risalgono intorno al 1500, è uno dei pochi formaggi ovini a pasta filata dal sapore fresco e altamente digeribile nato come tentativo di recupero di caciotte difettose. La seconda, invece, è una cipolla delicata ma dal sapore intenso prodotta sul territorio di Partanna e inserita, per le sue peculiarità, nell’Arca del Gusto di Slow Food.

Energia pulita, arte, storia e buoni sapori. Non mancano le ragioni per visitare la Valle del Belice.