Project Description
Parco Eolico
Fortore Molisano
Parco Eolico
Fortore Molisano
Dove si trova
Montagne imbiancate, paesaggi di roccia, pendii che scendono dolcemente verso il mare, colline che si affacciano sulle isole Tremiti. E man mano che ci si addentra verso l’interno vecchi frantoi, mulini a vento, fattorie, siti archeologici, come quello di Saepinum, antica cittadina di impianto romano, castelli nobiliari e piccoli borghi medievali dove il tempo sembra avere regole tutte sue.
Nonostante lo scetticismo ironico dei suoi stessi abitanti il Molise non solo esiste ma ha molte storie da raccontare. Alcune rimandano a miti ancestrali e a misteri millenari, altre raccontano la bellezza del suo territorio e la fierezza dei suoi abitanti. Gente tosta, da sempre abituata ad arrangiarsi.
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Una delle zone più affascinanti e meno conosciute del Molise è la valle del Fortore, in provincia di Campobasso, dove una serie di piccoli borghi adagiati sulle colline sembrano presidiare il territorio con sguardo severo. Da queste parti, nelle giornate di bora, il vento sferzante che un tempo faceva girare i mulini oggi fa ruotare le pale eoliche, dislocate sui crinali dei paesi come una sorta di parco eolico diffuso.
La storia
Questo è un territorio che ha una sua storia antica. Qui infatti passavano, fino ai primi del XIX secolo, gli allevatori che spostavano le mandrie dall’Abruzzo al tavoliere delle Puglie seguendo il ciclo climatico delle stagioni. Terre di transumanza, che oggi si possono ripercorrere a piedi o in bicicletta seguendo i regi tratturi, autostrade verdi originatesi dal passaggio e dal calpestio degli armenti. Uno di quello conservati meglio è il Cammino dei Sanniti, un moderno pellegrinaggio lungo trecento chilometri e suddiviso in sedici tappe dall’Abruzzo alla Puglia Garganica che ricalca quasi integralmente l’originale Regio Tratturo Castel Di Sangro-Lucera.
Un viaggio lento, alla scoperta di paesaggi sempre diversi e di villaggi che mantengono vive le tradizioni. Uno di questi porta il nome di Pietracatella, un piccolo borgo addossato a una morgia, gli imponenti massi di calcare e arenaria che hanno avuto origine milioni di anni fa quando il mare copriva l’Appennino. Il Paese, conosciuto anche per ospitare un premio letterario dedicato a Fabrizio de André, merita una visita anche solo per la Chiesa di San Giacomo, che conserva al suo interno il più antico crocifisso ligneo del Molise, risalente al XIII-XIV secolo. Uscendo da Pietracatella è consigliato fare un salto al caseificio artigianale “Come una volta”, dove potrete assaggiare formaggi freschissimi a km 0.
Borghi da visitare
Altro borgo storico è Macchia Valfortore, comune finito nei libri di storia in seguito alla “Congiura di Macchia”, come fu ribattezzato il tentativo di cospirazione di un pezzo di nobiltà napoletana nel 1701 a sostegno degli Asburgo e ai danni dei viceré spagnoli, in seguito narrato dal filosofo Giambattista Vico nel “De coniuratione partenopea”. Situato su una collina circondata da oliveti e frutteti il paese, che segna il confine geografico tra la Puglia e il Molise – l’influenza pugliese si sente nel dialetto, meno duro e più musicale e in qualche pietanza – affaccia sulle rive del Lago di Occhito, uno dei bacini artificiali più grandi d’Europa, una meraviglia naturalistica realizzata alla fine degli anni Cinquanta per scopi irrigui anche con i fondi del piano Marshall.
In attesa che arrivi il via libera per una navigazione eco sostenibile oggi si possono percorrere le sponde del lago a piedi o in bicicletta. Ma se avete una pur minima dimestichezza con l’equitazione il suggerimento è quello di partecipare a uno dei viaggi itineranti a cavallo organizzati dall’Occhito Riding Holidays, associazione nata dal connubio di due aziende locali. Accompagnati da guide specializzate dormirete all’aperto, farete conoscenza con le più disparate specie di mammiferi e uccelli e naturalmente assaggerete i tradizionali prodotti locali. A proposito di gastronomia. A Macchia gli abitanti si vantano di produrre i migliori cavatelli della zona, vero e proprio vanto molisano. “Più leggeri, e sottili, senza patate. Insomma, un’altra storia”, assicura il sindaco. Si cucinano con i pomodorini freschi o con le cime di rapa. Le contaminazioni interregionali partono sempre dalla tavola.
Il regno dei pastifici però era a Sant’Elia a Pianisi, altro piccolo borgo collinare presidiato dalle pale eoliche. Una delle memorie storiche del borgo è la signora Lucia, che dopo aver venduto bibite porta a porta per decenni si è data alla ristorazione e ora gestisce assieme alla famiglia il ristorante-pizzeria Twins, frequentato con entusiasmo da tutta la valle. Esuberante, simpatica, chiacchierona, se passate a trovarla oltre a cucinarvi i cavatelli alla sua maniera, con il sugo di salsiccia, certamente vi racconterà qualche storia insolita o divertente sul giovane Padre Pio, che per un periodo frequentò il convento di cappuccini del Paese. Le tracce del santo di Pietrelcina, si sa, sono quasi più diffuse di quelle dei bar di Hemingway.
Arte e Musei
Se invece si è in cerca di qualcosa di insolito, un curioso indirizzo si trova a Campolieto, dove da qualche anno è stato allestito, all’interno del museo etnoantropologico, il museo dei fuochi di artificio, con una mostra permanente, “Disegnare nel Cielo”, che ospita gli oggetti del laboratorio pirotecnico di Francesco Paolo Paradiso, novecentesco maestro dell’arte pirotecnica. Da Campolieto in venti minuti si raggiunge Casacalenda, paese di 2500 abitanti dove la storia incontra il contemporaneo. Camminando lungo il centro medievale, tra chiesette e scorci sulla vallata verdissima, vi troverete improvvisamente di fronte le opere permanenti del museo all’aperto di Kalenarte: artisti come Hidetoshi Nagasawa, Adrian Tranquilli, Claudio Palmieri e Costas Varotsos hanno lasciato qui le loro creazioni.
Ma è in estate che Casacalenda diventa un grande palcoscenico cinematografico a cielo aperto. Si svolge infatti qui, da ben 19 anni, il Festival MoliseCinema: un rodato programma di corti, documentari, lungometraggi, retrospettive, mostre e incontri che anima e trasforma per una settimana piazze e vicoli del paese. Grazie al successo della manifestazione è stato anche riaperto il vecchio cinema, a dimostrazione di come i piccoli centri possano rilanciare se stessi attraverso la cultura.
Uno sguardo verso il mare
Per chi invece fosse stanco di girovagare per l’entroterra e avesse improvviso desiderio di brezze marine il consiglio è di puntare sulla vicina Termoli. Un ex borgo di pescatori dove si mangia un commovente “pappone”, antica ricetta povera di pesce che le famiglie dei pescatori, e solo loro, cucinavano direttamente sulle barche, e dove tutti, o quasi, hanno una storia più o meno mitologica da raccontare. Che poi sia vera o solo ascoltata di terza mano in una vecchia locanda non è poi cosi importante, fa parte del gioco. il mito, quello più antico, racconta che Termoli venne fondata da Diomede, uno dei principali eroi della guerra di Troia, in seguito fondatore delle civiltà adriatiche.
Diventato vecchio si rifugiò alle Tremiti e alla sua morte Afrodite, muovendosi a compassione per il dolore dei suoi compagni sconvolti dalla morte del valoroso condottiero (secondo Virgilio fu per vendetta), li trasformò in uccelli marini dalla grande apertura alare (diomedee), famosi per emettere una sorta di lamento funebre molto simile a quello dei marinai che piangevano il loro eroe. Una storia raccontata anche in una scena di 8 e 1/2 di Federico Fellini.