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Parco Eolico

Cinque Stelle

Parco Eolico

Cinque Stelle

Dove si trova

Un’entroterra vivace, boschivo, spesso sconosciuto o sottovalutato. Con il mare sullo sfondo, le nuvole che salgono via veloci – a volte troppo – e una successione di montagne a scandire i ritmi del tempo. Benvenuti in questo angolo della provincia di Savona, in questa terra di mezzo tra mare e montagna dove piccoli borghi lottano per sopravvivere e testimoniare le memorie del passato. Il comune di Stella è uno di questi. Incuneato tra la Comunità Montana del Giovo e il Parco naturale regionale del Beigua, si trova all’interno di una zona verdissima, un piccolo paradiso per camminatori ed escursionisti desiderosi di esplorare il territorio.

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In questa porzione di Liguria se si prediligono i camminamenti in quota gli oltre cinquecento chilometri della rete escursionistica del Parco naturale regionale del Beigua offrono possibilità infinite, dal nordic walking alle ciaspolate invernali. Ma si può anche scegliere di partire direttamente dalla costa, a Varazze, conosciuta per avere le migliori onde da surf di tutto il mar ligure, e percorrere un bel trekking rappresentativo della diversità di questo territorio. Si attraverseranno ulivi e pinete, si incontreranno alcuni insediamenti preistorici liguri e infine si entrerà nella faggeta fino a raggiungere la vetta del monte Beigua (1289m.). Dove la fatica del dislivello percorso (1300 metri) sarà ampiamente ripagata da una vista meravigliosa che spazia dalle Alpi alla Corsica, con Genova quasi inginocchiata ai vostri piedi. Non è un percorso duro, ma bisognerà prestare attenzione al vento di mare, che può far rapidamente salire nebbie inaspettate.

Piste ciclabili e attività

In alternativa un’ottima idea per apprezzare le bellezze naturalistiche del territorio e avere uno sguardo d’insieme su tutta la valle è quello di percorrere la “Via del Vento”, un insolito e interessante itinerario in bicicletta (o E-bike), organizzato dai ragazzi dell’associazione Cinghialtracks (non c’è ancora la cartellonistica, dunque è consigliabile non avventurarsi in solitaria se non siete del luogo), che collega il Parco dell’Adelasia, il Parco della Deiva e l’area di Stella e che attraversa seguendo sentieri per lo più incontaminati i quattro parchi eolici della zona (Naso di Gatto, La Rocca, Cinque Stelle, Valbormida).

Quello di Stella, in particolare, è considerato tra i più innovativi costruiti in Italia, premiato in passato con il Klimaenergy Award per la sua capacità di conciliare in maniera armonica infrastrutture e tutela ambientale.

C’è un motivo aggiunto che rende questo percorso letteralmente “storico”. In questa parte dell’entroterra savonese infatti il giovane e ancora poco conosciuto Generale Bonaparte sconfisse nell’aprile del 1796 le truppe austro-piemontesi nel corso della famosa Battaglia di Montenotte – “la mia nobiltà risale a Montenotte”, commenterà in seguito Napoleone – dando di fatto il via alla I Campagna d’Italia. Oggi naturalmente non è rimasto molto, ma seguendo il sentiero si possono ritrovare alcune tracce.

Ad esempio nel parco dell’Adelasia, dove sono ancora visibili le trincee nella zona denominata Bric del Tesoro, o sul Monte Negino, dalla cui cima la vista può spaziare fino alla Corsica, dove l’11 aprile 1796 Napoleone Bonaparte vinse la sua prima battaglia, cambiando il corso della storia d’Europa. Per chi volesse proseguire il viaggio sulle orme di Napoleone nel savonese, dove tutto iniziò – la battaglia di Loano nel novembre 1975 è considerata talmente simbolica e strategica da essere immortalata in Francia con un’iscrizione sull’Arc de Triomphe – è nato un progetto dell’unione Europea che unisce Francia e Italia in un lungo itinerario che tiene insieme la Liguria, la Toscana, la Sardegna e la Corsica.

La casa di Alessandro Pertini

A proposito di storia. Se passate da queste parti non perdetevi il luogo dove è nato il presidente della Repubblica più popolare della storia italiana. A ridosso del centro di Stella si trova infatti la casa di Alessandro Pertini, detto Sandro, da qualche tempo acquistata dalla Regione e trasformata in una casa-Museo aperta al pubblico, gestita con cura e passione dall’associazione Sandro Pertini. “Il Presidente è nato e cresciuto qui fino ai dieci anni, quando la madre lo spedì a Varazze, in collegio dai salesiani, dove fece le scuole medie e i primi due anni di liceo. Poi terminò gli studi a Savona”, racconta Elisabetta Favetta, presidente dell’associazione che ogni anno a settembre organizza anche una fiaccolata commemorativa. Nel 2016, in occasione delle celebrazioni per il 120° anniversario della nascita di Sandro Pertini, a Stella arrivò anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Visitabile su appuntamento, la casa-museo non racconta solo le vicende  di un grande personaggio ma anche un pezzetto di storia italiana. Che riguarda tutti. Ci sono le fotografie con Turati, Parri e Carlo Rosselli che documentano la rocambolesca fuga dall’Italia in motoscafo nel 1926, destinazione Corsica. E i successivi spostamenti a Parigi e a Nizza, dove Pertini visse un paio d’anni campando di espedienti, compresa qualche comparsata cinematografica. Ci sono i rimandi agli anni del carcere – in una stanza c’è perfino il letto dove riposò gli ultimi giorni, che aveva fatto costruire appositamente da un falegname di Genova sul modello di quello dove aveva dormito a Regina Coeli, per non dimenticare – e le fotografie con il gotha politico novecentesco, da Andreotti a Craxi passando per Saragat. Ma ci sono anche i ricordi meno istituzionali e più personali, che raccontano perfettamente il personaggio Pertini: l’immancabile collezione di pipe, le sue amate bocce, gli attrezzi del mestiere di avvocato – per un breve periodo aprì uno studio a Savona, poi distrutto dai fascisti – o i celebri cappotti con il tricolore cucito dentro, perché si può essere allo stesso tempo socialista e Padre della Patria. Infine ci sono anche i pochi libri sopravvissuti alla furia germanica e naturalmente i ricordi delle leggendarie partite a scopone, compresa quella “mondiale” con Zoff, Causio e Bearzot, anche se la vulgata vuole che perdesse quasi sempre. “A Stella, il paese mio – diceva come a giustificarsi – giochiamo in modo diverso”.

Luoghi da non perdere

Lasciando il borgo di Stella, non prima di aver assaggiato la famosa formaggetta, un formaggio locale di latte caprino di tradizione contadina, vale la pena spingersi verso il mare e fare una sosta ad Albisola Marina, storica terra di ceramisti che nel tempo ha saputo tenere assieme la produzione delle manifatture locali di antica tradizione con il fervore artistico contemporaneo. Ribattezzata da Marinetti come “Libera Repubblica delle Arti”, Albisola è un vero e proprio museo all’aperto, molto conosciuta anche al di fuori dell’Italia per via della cosiddetta “passeggiata degli artisti”.

Una sorta di grande mosaico lungo settecento metri e composto da venti pannelli realizzati nei primi anni Sessanta da artisti del luogo e stranieri attratti dalla fama del posto, tra cui spiccano i nomi di Lucio Fontana e Giuseppe Capogrossi. La passeggiata è stata completamente ricostruita nel 2000 dal Comune e in quell’occasione è stato realizzato e inserito sulla pavimentazione un ventunesimo pannello, in omaggio ad Asger Jorn, pittore danese che ha vissuto per lungo tempo in riviera.

A cavallo tra i Sessanta e i Settanta Albisola era nota anche per uno storico locale che si chiamava Pozzo della Garitta, un luogo molto frequentato dalla cosiddetta meglio gioventù genovese, sempre in cerca di qualche rifugio dove divertirsi lontano dai severi sguardi cittadini. Tra i frequentatori assidui all’epoca c’erano anche due giovani impenitenti e allora inseparabili amici, Fabrizio de André e Paolo Villaggio, che si divertivano alla loro maniera, portando in scena improbabili e improvvisati cabaret dove si inventavano di sana pianta canzoni popolari o apocrifi canti partigiani. Un classico da repertorio era quello della Mariun: “e la ciamavan la Mariune l’ era un gran puttanunperò l’ amor facevasol col partigian”. E giù a ridere, e a bere, fino alle luci dell’alba o a quando si aveva fiato. Ricordi e storie novecentesche.

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