Project Description

Parco Eolico

Carpinaccio

Parco Eolico

Carpinaccio

Dove si trova

La varietà dei paesaggi, con i celebri passi di montagna che degradano fino alla pianura, i borghi antichi, la fauna tipica degli Appennini, le superbe residenze medicee e quelle sfumature eleganti e quei colori tenui che tanto influenzarono Giotto Di Bondone, conosciuto semplicemente come Giotto. Per una volta dimenticatevi le dolci e sinuose distese di colli e i “salici fiammeggianti che al pomeriggio – sono parole di Walter Benjamin – fanno guardia con le loro lingue di luce davanti ai bastioni”. C’è un altro pezzo di Toscana che vale la pena esplorare. Per alcuni meno nobile di altri luoghi più blasonati, ma altrettanto affascinante. E certamente più genuina, come in fondo lo sono i suoi abitanti, simpatici brontoloni.

Benvenuti nel Mugello, un misterioso pezzetto di terra a nord di Firenze, racchiuso tra le foreste del Casentino, l’Appennino tosco-emiliano e la Piano di Prato, da molti immaginato come una sorta di non luogo, un fastidioso interposto da attraversare velocemente sulla tratta autostradale Firenze-Bologna. Pregando che il clima non sia troppo inclemente. Niente di più sbagliato, perché l’area del Mugello è un paradiso naturalistico tutto da esplorare. A pedi, lungo i sentieri della linea gotica, o in bicicletta. O magari seguendo percorsi tematici che raccontano la storia dei luoghi. L’ultimo ideato in ordine di tempo è “Il Cammino delle Terre di Giotto e Dante”, un percorso a tappe di 149 chilometri che ricalca con rigore storico gli itinerari di Giotto di Bondone, nato proprio da queste parti, precisamente a Vicchio, e di Dante, che il Mugello lo frequentò specialmente nel suo lungo esilio.

Legenda
Parco Eolico
Dove dormire
Dove mangiare
Dove mangiare e dormire
Itinerari
Luoghi
Torri
Percorsi

Naviga la mappa e scopri i luoghi da visitare, dove mangiare e dove alloggiare, scelti da Legambiente

Questa però è prima di tutto la terra della famiglia Medici, che da qui partì alla conquista di Firenze. Se siete appassionati di trame politiche dell’Italia cinquecentesca vale certamente la pena ripercorrere il tour delle ville medicee che testimonia i segni della loro eterna grandeur. Da non perdere soprattutto Palazzo Vicari e villa Cafaggiolo, un gioiello rinascimentale (oggi di proprietà di una società privata) situata a Barberino del Mugello. Inserita dall’Unesco nella lista dei luoghi Patrimonio dell’Umanità la villa, realizzata dall’architetto Michelozzo intorno al 1450 su commissione di Cosimo il Vecchio, era il luogo preferito di Lorenzo il Magnifico.

Risalendo verso l’alto Mugello, la parte del territorio che guarda verso la Romagna, una zona in cui i rilievi si fanno più aspri e le tradizioni più forti, si arriva a Firenzuola; qui troviamo, sul Monte Carpinaccio, l’omonimo parco eolico, affacciato su una valle attraversata dal fiume Santerno.
Non a caso è una delle zone più ambite dagli appassionati di parapendio, che si recano qui per lanciarsi anche nelle ore notturne, accendendo il fuoco e utilizzandolo come punto di riferimento.

L’impianto eolico

L’impianto eolico, entrato in esercizio il 3 dicembre del 2012, vanta una potenza elettrica installata di 13,6 MW, sufficienti ad erogare energia pulita per circa 10.000 famiglie. Inoltre, una pagina web specifica posta sul portale di Agsm (Meteo Centrali di Produzione), aggiorna in tempo reale su temperature, velocità e direzione del vento di questo sito. Passeggiando lungo il parco eolico è possibile osservare il percorso didattico che illustra le peculiarità tecniche e ambientali del sito, offrendo anche la possibilità di riposare presso l’attrezzata area si sosta.

A Firenzuola, “il bel paese che il Santerno bagna, ove si parla tosco in terra di Romagna”, merita certamente una sosta la Chiesa di San Giovanni Battista. Distrutta dai bombardamenti nel 1944 è stata ricostruita nel dopoguerra ex novo su progetto degli architetti Edoardo Detti e Carlo Scarpa seguendo il modello dell’architettura sacra del Novecento, che forse non piacerà agli amanti dei virtuosismi barocchi. Uscendo dal paese e alzando lo sguardo verso le montagne non si farà fatica a notare le numerose cave di pietra serena che modellano il paesaggio e che lavorano questa particolare pietra arenaria, elegante e con venature molto particolari, che veniva utilizzata già ai tempi di Brunelleschi per realizzare archi e colonne che adornavano la città di Firenze e che oggi è conosciuta in tutto il mondo.

La pietra Arenaria

Alla sua notorietà ha in parte contributo anche un personaggio molto particolare, Steve Jobs. Nel 1985, costretto a interrompere il suo primo periodo di attività alla Apple, Jobs si era regalato un viaggio in Italia. Arrivato a Firenze, si era comprato una bicicletta e aveva iniziato a girovagare in solitudine tra le architetture cittadine, rimanendo colpito dalle pietre delle pavimentazioni stradali. Erano pietre di un tranquillizzante grigio-blu, intenso ma accogliente. Provenivano proprio dalla zona di Firenzuola.

Venti anni dopo, scrive il suo biografo Walter Isaacson, “avrebbe deciso che il pavimento dei principali Apple Store sarebbe stato fatto con lastre di arenaria provenienti da quella stessa cava”. Alcuni suoi collaboratori avanzarono la proposta di riprodurre colore e trama con il cemento, anche per ridurre sensibilmente i costi, ma l’inventore di Apple, naturalmente, fu irremovibile: bisognava utilizzare la pietra serena. Ancora oggi a Firenzuola sono in molti a ricordarsi le discussioni al limite dell’ossessione con i progettisti di Steve Jobs sulle sfumature e la purezza ideale della pietra.

Non tutti i ricordi sono però spensierati. Da queste parti passava infatti la linea gotica, la linea difensiva costruita dall’esercito tedesco in Italia fra l’estate del 1944 e l’inverno 1945 che tagliava la penisola in due, dalla Versilia a Pesaro, sfruttando la morfologia degli Appennini e utilizzando i crinali come veri e propri punti di resistenza all’avanzata degli alleati. Non si trattava di una linea continua di fortificazioni ma di un insieme di difese posizionate in luoghi strategici, come il passo della Futa e il Passo del Giogo, i due principali valichi montani. Per riscoprire quelle zone e rievocare un pezzo di storia dolorosa si può prendere parte a una delle passeggiate storiche organizzate da associazioni locali come trekking Mugello e Sulla Linea del Fronte, che vi porteranno in giro alla scoperta dei bunker, postazioni e gallerie utilizzate dai rispettivi eserciti.

Arrivati in cima al Passo della Futa, tappa anche del noto percorso di trekking “La via degli dei” che collega Bologna a Firenze, è davvero da non perdere la visita al cimitero militare germanico, monumento alla memoria che ospita più di trentamila soldati tedeschi caduti durante l’offensiva alleata e le cui salme sono state recuperate da sepolture provvisorie in oltre duemila comuni. Realizzato interamente in pietra serena di Firenzuola, è uno spazio particolarmente suggestivo senza essere minimamente auto-celebrativo, più simile a un luogo di meditazione, perfettamente integrato nel paesaggio, che non a un tradizionale cimitero. D’estate si organizzano anche spettacoli teatrali con vista sugli Appennini.

Altra tappa molto interessante è il paese di Castel del Rio, dove si trova il Palazzo Alidosi, risalente ai primi decenni del XVI sec, costruito con l’intento di sottolineare la solidità del potere della famiglia Alidosi. Il Palazzo è stato interamente restaurato ed ospita, oltre alla sede comunale, il Museo della Guerra-Linea Gotica, l’Animal Tower e il centro didattico dedicato al Castagno, l’albero da frutto tipico della zona appenninica. Sempre a Castel del Rio troviamo anche il Ponte degli Alidosi, eretto a cavallo tra il XV e il XVI secolo, un particolare ponte ad arco che a suo tempo ha favorito il movimento commerciale della Vallata del Santerno, in un’epoca in cui i ponti erano piuttosto rari.

La tradizione fiorentina

Last but not least. In queste zone non si viene solo in cerca di rievocazioni storiche o di panorami mozzafiato ma anche per assaggiare quella che è considerata la migliore fiorentina d’Italia. E qui, vale la pena saperlo prima, è bene non scherzare troppo. Perché non si sta parlando di un semplice taglio di carne ma di una eccellenza che rimanda alla tradizione e all’identità toscana. Qualcuno ne fa risalire le origini addirittura ai Medici (sempre loro). Comunque sia, questo è il regno della bistecca alla fiorentina. Naturalmente da cuocere esclusivamente alla brace e da mangiare rigorosamente al sangue. Altrimenti, come dicono i toscani, “meglio la braciola”. I posti dove provarla non sono pochi e tutti quelli a cui chiederete un suggerimento vi racconteranno bisbigliando di conoscere il luogo perfetto. Che sarà sempre diverso a seconda dell’interlocutore. Noi vi segnaliamo l’Antica osteria di Nandone, in località Omomorto, lungo la strada che da  Scarperia sale verso il passo del Giogo, inserita qualche anno dal Telegraph tra i tredici posti migliori al mondo dove mangiare carne. L’unica avvertenza è scritta in bella vista, in una ironica lavagnetta all’interno del locale: “vegano stammi lontano”.

Per scoprire sentieri e percorsi a piedi, in bici o a cavallo

Scopri altri Parchi Eolici in Toscana

Parco Poggi Alti

Toscana

Parco Vento di Zeri

Toscana

Parco Santa Luce

Toscana